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    • Era De Maggio, T-shirt | Cantanapoli

      22.00

      Era De Maggio | Dedicata a Gigi Proietti

      Chi. Gigi Proietti

      Quando. 2 Novembre

      Cosa. Era de Maggio, la sua canzone preferita! Il capolavoro del poeta napoletano Salvatore Di Giacomo, musicato dal tarantino Mario Pasquale Costa, – «che insieme hanno scritto le più belle e nobili pagine della canzone napoletana» (Renzo Arbore) –, viene pubblicato nel 1885 e «segna uno spartiacque nell’evoluzione della lingua napoletana. Non a caso, il suo testo non piacque a molti tradizionalisti, che non mancarono di polemizzare.» (Radio Napoli). Lasciatosi ispirare da un canto popolare veneto, Di Giacomo è riuscito a comporre qualcosa che – come sostiene il maestro Roberto De Simone (cfr. Radio Napoli) – coinvolge contemporaneamente udito, vista e olfatto. «Maggio, il colore acceso delle ciliegie, il giardino che si perde nel profumo delle rose. E subito i tocchi del poeta: il ricordo che rivive, la fontana, la coppia di amanti che dialogano con un antico canto a due voci. (…) Un idillio di struggente delicatezza». (Roberto De Simone, La canzone napoletana, Einaudi, 2017)

      Perché. Che Era De Maggio fosse, tra le canzoni classiche napoletane, la preferita di Gigi Proietti è stato ribadito più volte nel corso delle sue apparizioni televisive e, negli ultimi anni, in Cavalli di Battaglia interpretata per lui da Bianca Guaccero. Accostare il nome di Proietti a Napoli, lui che era tra i romani più legati alla cultura popolare della sua città e sicuramente il più fervido interprete e conservatore, può risultare un azzardo. In realtà, nella sua lunga carriera, Gigi Proietti ha sempre omaggiato l’arte teatrale napoletana e la lingua napoletana in sé, con il suo fantastico grammelot. Solo per chi se lo fosse perso, il grammelot di Gigi è nel film “FF.SS.” – Cioè: “…che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?” di Renzo Arbore del 1983, negli spettacoli televisivi Attore amore mio (1982), one man show di Proietti con supporto degli allievi del suo laboratorio e in Guarda… Stupisci (2018), condotto da Arbore, Frassica e Delogu, e in A me gli occhi, please!, del 1976 e nella replica del 2000. Ma più di ogni altra cosa, ciò che a noi di napoliritrovata preme ricordare è l’amicizia che Gigi Proietti aveva intrecciato con il grande Eduardo e l’evento straordinario che lo stesso Proietti racconta in una delle tante interviste che Edoardo Leo ha montato nel suo film documento Luigi Proietti detto Gigi, 2021. «Io non lo avevo mai detto, adesso forse si può dire. Lo dico con una punta d’orgoglio, senza voler sembrare presuntuoso. Ma stare un’ora e mezza, due ore, non so quanto durava A me gli occhi, please! da solo con Eduardo in prima fila… beh, era una cosa… (…) Alla fine si è avvicinato al palco, mi ha dato la mano… e lì è successa una cosa che tutti [hanno commentato:] mi ha baciato la mano. Poi è entrato in camerino e mi ha detto: “Finalmente qualcuno continua.” Ed è stato bellissimo.»

      Come. La grafica scelta per Era De Maggio ricorda le copertine degli spartiti dell’epoca; la rosa, sul titolo, è uno degli elementi del testo che si può percepire visivamente, richiamando il ricordo e l’olfatto per il suo profumo.

      ***

      Cantanapoli | Dai tanti componimenti della canzone classica napoletana, abbiamo estratto alcuni tra i più famosi brani e dedicati a personaggi illustri che con questi hanno o hanno avuto un legame speciale! La collezione celebra in sé la canzone di Napoli, ma omaggia al contempo chi l’ha amata.

      Illustrazioni di Rosa Miriam Alaia

    • Lu Cardillo, T-shirt | Cantanapoli

      22.00

      Lu Cardillo | Dedicata a Eduardo De Filippo

      Chi. Eduardo

      Quando. 24 Maggio

      Cosa. Lu Cardillo (o Lo Cardillo, Lo Cardillo ‘nnammorato o Il Cardillo) di Ernesto Del Preite, musicata da Pietro Labriola. Questo capolavoro fu recuperato nel 1849 da Francesco Azzolino, che pare sia stato il primo editore musicale napoletano. L’origine è difficile da datarsi, così come l’attribuzione dell’autore; forse Del Preite l’ha solo trascritta. Lu Cardillo viene accomunata anche ad un altro grande capolavoro classico, che è Fenesta Vascia, sia per composizione sia forse per la sua melodia, una malinconica ninna nanna. Tra i più famosi interpreti ci sono i due maestri Roberto Murolo e Sergio Bruni. Va assolutamente ricordata anche la straordinaria interpretazione di Joan Baez registrata in un suo concerto agli inizi degli anni ’60 e contenuta nell’album live Joan Baez in Concert, Part 2.

      Perché. Lu Cardillo viene accennata nelle sue prime parole da Filumena Marturano, nel capolavoro omonimo di Eduardo scritto per la sorella Titina. Nelle prime pagine del copione, Filumena annuncia a Domenico Soriano che non solo ha tre figli, di cui non era mai stato messo al corrente, ma che sono stati allevati con i suoi proventi e a sua insaputa. E quando questi è ormai sull’orlo della pazzia e le chiede, “ossessionato”, «Che ato vuò ‘a me?», Filumena gli risponde così: «Dummì ‘a saie chella canzone?… “Me sto criscenno nu bello cardillo… quanta cose ca ll’aggia ‘mparà”». (Eduardo De Filippo, Cantata dei giorni dispari, primo volume, Einaudi teatro). Filumena Marturano è forse la commedia più famosa di Eduardo e quella che ha avuto più successo all’estero. Eduardo la scrisse per Titina, la quale lamentava al fratello la mancanza, nel teatro di allora, di ruoli forti e profondi per le donne, relegate solitamente alle ombre dei personaggi maschili. Eduardo la scrisse in pochi giorni e diresse nel 1951 una trasposizione cinematografica. Con la stessa Titina e se stesso, nel ruolo di Soriano. Nel cast ci sono tra gli altri Tina Pica, Aldo Giuffré, Gianni Musy (straordinario doppiatore!), Luigi De Filippo il figlio di Peppino e Domenico Modugno, nel ruolo dell’avvocato Nocella.

      Come. La grafica è sempre molto retrò, può ricordare un titolo in un film degli anni ’50. L’illustrazione pare ritrarre il cardellino intento a guardare l’amata dell’autore del brano. I testi, non presi dalle trascrizioni del 1849, sono invece quelli pubblicati da Einaudi nella raccolta delle scritture di Eduardo. Quindi sono proprio le parole del copione di Filumena Marturano.

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      Cantanapoli | Dai tanti componimenti della canzone classica napoletana, abbiamo estratto alcuni tra i più famosi brani e dedicati a personaggi illustri che con questi hanno o hanno avuto un legame speciale! La collezione celebra in sé la canzone di Napoli, ma omaggia al contempo chi l’ha amata.

      Illustrazioni di Rosa Miriam Alaia

    • Palomma, T-shirt | Cantanapoli

      22.00

      Palomma | Dedicata a Massimo Troisi

      Chi. Massimo Troisi

      Quando. 19 Febbraio 2023 – 70° Compleanno

      Cosa. Palomma di Armando Gill (Napoli, 23 luglio 1877 – 1º gennaio 1945). Gill, pseudonimo di Michele Testa, è riconosciuto come il primo cantautore italiano, ovvero il primo a firmare musica e testi e a cantare i suoi brani, che interpretava sia in napoletano che in italiano. Era solito annunciare i suoi brani così: «Versi di Armando, musica di Gill, cantati da sé medesimo». Tra i suoi componimenti, umoristici, possiamo ricordare anche la più famosa (forse) Attenti alle donne del 1927. Interpretata magnificamente da Peppe Barra nel suo album In Concerto e inserita nel scaletta di una delle puntate del programma televisivo Guarda… stupisci (2018) di Renzo Arbore, altro grande conoscitore della canzone napoletana. Interpretata per l’occasione da Enrico Montesano (qui). Qui la versione originale del 1926.

      Perché. Palomma di Armando Gill (1926) è la canzone che Massimo non riesce a cantare (perché non la conosce!) nel film No grazie, il caffè mi rende nervoso di Lodovico Gasparini (1982). La scena è cult! Massimo Troisi – che interpreta se stesso – viene svegliato dalla voce artefatta elettronicamente del maniaco che sta minacciando di morte tutti i partecipanti del Primo Festival Nuova Napoli. Messo sotto interrogatorio, Massimo sostiene la versione del maniaco secondo cui «Napoli nun adda cagnà!» (Trad. Napoli non deve cambiare!), ma alla richiesta di cantare Palomma, Troisi crolla perché non la conosce. Per chi non conoscesse la scena, può vederla qui. Inutile dire che il film di Gasparini non è famoso e forse nemmeno bello quanto quelli diretti da Troisi, ma rimane un cult indiscusso per chi conosce Massimo nell’interezza della sua carriera artistica. E nemmeno Palomma – che non è la celebre Palomma ‘e notte di Salvatore Di Giacomo (1906) – è un pezzo tradizionale della canzone classica napoletana. Tuttavia una serie di connessioni tra Napoli e gli artisti legati al film rendono questo brano – a parer nostro – l’omaggio più ricercato e meno scontato per Massimo! Di cui, tra le altre cose, è risaputa l’avversione per i luoghi comuni. Qualche esempio. Il film è incentrato sulla lotta tra tradizione e rinnovo della cultura napoletana: si promuove il Primo Festival Nuova Napoli e un maniaco contrario all’iniziativa minaccia di morte tutti i partecipanti; il suo leitmotiv è Funiculì Funiculà (Giuseppe Turco, 1880). Il film è stato sceneggiato da Lello Arena su un soggetto dello stesso Massimo Troisi. Le musiche sono di James Senese che, come gli altri, è anche interprete. Altra scena cult quella dell’intervista di Arena (qui). Nella breve filmografia di Massimo, questo è l’unico film cinematografico dove interpreta se stesso.

      Come. La grafica scelta per Palomma è nel mezzo tra vintage e contemporaneo, con un vago riferimento alla copertina degli spartiti pubblicati all’epoca da Edizioni de “La Canzonetta”. La silhouette della farfalla, che in napoletano è per l’appunto la palomma, si appoggia sul titolo come su uno dei fiori di cui parla il testo (cfr. il retro!).

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      Cantanapoli | Dai tanti componimenti della canzone classica napoletana, abbiamo estratto alcuni tra i più famosi brani e dedicati a personaggi illustri che con questi hanno o hanno avuto un legame speciale! La collezione celebra in sé la canzone di Napoli, ma omaggia al contempo chi l’ha amata.

      Illustrazioni di Rosa Miriam Alaia

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